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H come Happy



Happy, letteralmente “lieto”, è un termine che non troviamo nei dizionari italiani, ma è ormai presente nel nostro linguaggio quotidiano, che lo rende disponibile quasi come una parola italiana: happy birthday, buon compleanno che si canta alle feste, happy end, il lieto fine, happy day, happy hour, che ormai ha soppiantato il nostrano “aperitivo” e ha dato origine a un neologismo come apericena.

Già pronunciarlo ci rende felici forse perché quando lo citiamo è perché stiamo parlando di qualcosa di bello. Credo sia uno dei termini che più descrive la gioia. Gioia per una notizia, gioia di stare insieme, gioia per una festa.

Una famosa serie televisiva americana titolava Happy Days e in realtà ci proponeva la normale vita di una normale famiglia come possono essere molte delle nostre. Riflettendo forse il messaggio è più profondo di quanto si pensi.

Forse i giorni felici sono proprio quelli quotidiani, quelli che passiamo in famiglia o con gli amici più cari. Spesso ricerchiamo la felicità nelle grandi cose, nelle grandi imprese nei grandi successi, ma questa parola ci insegna invece che la felicità la dobbiamo vedere e ritrovare nel nostro quotidiano: un compleanno di una persona cara, un aperitivo con gli amici, un momento felice. Se ci pensate sono tutte cose molto semplici e vere.

Gli studiosi della lingua ci direbbero che ogni parola è parte di un linguaggio, un linguaggio che ha lo specifico fine di permettere la comunicazione, e che ogni parola racchiude in se, anche attraverso il suono, un universo di emozioni.

Happy sicuramente ci riempie di emozioni positive di cui, mai come oggi, abbiamo bisogno.

Quindi, il mio happy end per voi è sempre... Joy of living a tutti e una happy lettura.

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