Parlare è il miglior modo di comunicare che abbiamo. Esistono senza dubbio innumerevoli altre forme di comunicazione non verbali: baciarsi, toccarsi, ridere, perfino lo stare in silenzio è un efficacissimo modo di esprimere il proprio dissenso o la propria rabbia. Tuttavia parlare è ciò che da sempre contraddistingue le relazioni tra esseri umani. Parlare implica attenzione, ascolto, empatia. Attraverso il linguaggio possiamo consolare, affascinare, ammaliare, persuadere chi abbiamo di fronte; ma allo stesso modo possiamo consolarci, sfogarci, condividere una gioia o un dolore con chi ci ascolta. Dalla scelta di ogni singola parola può dipendere l’esito di una conversazione. La lingua italiana, peraltro, ha una ricchezza di vocaboli tale da consentirci una varietà infinita e meravigliosa di espressioni.
Eppure oggi si parla sempre meno: le parole vengono sempre più spesso sostituite da brevi messaggi scritti, sintetici vocali, mail. E invece parlare è ancora un momento prezioso che va coltivato, a ogni età e in ogni contesto: in famiglia, tra amici, con i colleghi, per strada. Questo non significa eliminare dalla nostra vita smartphone, WhatsApp o social network, ma forse bisogna essere più consapevoli dell’importanza del dialogo, per sé stessi e per costruire sane relazioni con gli altri.
Per questo, che sia al telefono, davanti a una tazza di caffè, intorno una tavola apparecchiata o sul pianerottolo di casa… Parliamoci.
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