Vi confesso una cosa, sono una buona cuoca e amo molto la cucina. Oggi mi destreggio tra ricette, ingredienti, pesi e padelle con sicurezza di chi lo fa da tanti anni. Amo le riviste ed i libri di cucina, ma ricordo che i miei esordi, come per molti di voi, furono con i ricettari di famiglia. Preziosi quaderni scritti rigorosamente a mano con l’inchiostro spesso un po’ sbiadito e macchie di cibo sulle pagine. Su quei patrimoni familiari le ricette erano descritte minuziosamente nella loro lavorazione ma molto spesso le dosi degli ingredienti erano indicate con il famoso “quanto basta”. Quando incontravo questa dicitura, in quanto principiante, cadevo nel panico: sale “qb”, latte “qb”, farina “qb”. Per me era come dover affrontare la scelta più difficile da cui dipendeva la riuscita del mio piatto. Oggi sorrido e soprattutto rifletto. Le nostre nonne, le nostre mamme, avevano forse più coraggio? Oggi viviamo nella “confort zone” delle istruzioni per l’uso, di Google, delle ricerche fatte con Wikipedia e dei tutorial per fare qualsiasi cosa, e mi chiedo: la fantasia, la sperimentazione, quella sicurezza che in cucina come nella vita ti viene solo dal provare e sbagliare, dal riprovare e ancora riprovare esiste ancora? Mia nonna diceva “aggiungi farina, vedrai che lo senti l’impasto quando ha la consistenza giusta e male che vada impari e la prossima volta farai meglio”. Quanto era prezioso il poter sbagliare serenamente in cucina come nella vita. Solo sbagliando riesci a capire l’importanza di una scelta, solo sbagliando riesci a capire la strada giusta, solo sbagliando cresci con la sicurezza che deriva da un’esperienza reale. Il “quanto basta” racchiudeva l’insegnamento di una generazione che sapeva che si doveva provare, magari sbagliare, ma avere il coraggio di farlo perché solo così si impara a fare un piatto perfetto o un’impresa di vita.
Oggi non mi spavento più di fronte ad un “quanto basta”, anzi auguro a tutti voi di incontrarlo e di decidere il vostro “quanto basta “per un piatto o una vita riuscita.
Buona Good living a tutti
Elisa
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