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Storie di nasi e di maestri profumieri

La storia della famiglia Vidal ha radici lontane: ha inizio, infatti, nel 1900, con la fondazione del primo laboratorio a Venezia da parte di Angelo Vidal e prosegue oggi con la terza e quarta generazione della famiglia attraverso Mavive, fondata nel 1986 da Massimo Vidal, e The Merchant of Venice, espressioni di quelle realtà eccellenti del nostro Paese, profondamente radicate nel territorio in cui sono nate e che contribuiscono a sviluppare l’Economia della Bellezza (vedi pag. 74) made in Italy.



“Tra la seconda e la terza generazione abbiamo assistito alla scalata del gruppo Henkel”, racconta Marco Vidal, direttore generale Mavive e amministratore delegato di The Merchant of Venice. “Poi, nel 1986, mio padre Massimo ha riacquisito lo storico marchio Pino Silvestre: nasce così la Mavive”.

Oggi l’azienda è focalizzata nella profumeria alcolica (tra i marchi Ermanno Scervino, 4711, Police, Furla) e il fatturato per il 70% è estero. Non solo: Mavive e la famiglia Vidal costituiscono un virtuoso esempio di collaborazione tra pubblico e privato per il sostentamento di iniziative culturali e formative.

Come quello di Palazzo Mocenigo, che ospita da anni il Museo del Profumo, il primo, stabile, d’Italia; verrà rilancio proprio il 20 aprile con una mostra, aperta fino a novembre, che si chiama ES-SENZE: 12 artisti contemporanei (legati alla Biennale di Venezia), 12 installazioni che dialogano attraverso il senso dell’olfatto; al piano terra, invece, una mostra olfattiva.

Recente è anche la collaborazione con l’Università di Padova, in particolare con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno”: è partito infatti un Corso di Alta Formazione “Professione Profumo”, un percorso didattico specialistico, inedito, dedicato ai professionisti del settore della profumeria. La disponibilità dei laboratori del Museo del Profumo permetterà agli studenti di acquisire una formazione come valutatori di fragranze e di conoscere gli elementi storici che ancora oggi vengono utilizzati come chiave del successo di molti prodotti.

“Ad inizio aprile apre Studium - già di proprietà del Patriarcato di Venezia - a San Marco, una libreria internazionale su due piani: al piano superiore ci sarà una zona esperienziale, una vera e propria libreria del profumo, con non solo testi monografici sul profumo e la cosmetica in diverse lingue, ma anche una libreria olfattiva” continua Vidal.



NEL 2023 INVECE, IL PROGETTO DI UNA NUOVA SEDE.


“Sarà vicina a quella attuale, a Dese: 3mila e 500 metri quadrati di uffici ad impatto ambientale ridotto all’interno di un parco botanico, con al centro un bio-lago. Tutte le specie vegetali che andremo ad inserire sono legate al mondo dell’olfatto”.



IN PASSATO LA VIDAL REALIZZAVA I PROFUMI IN CASA…


“Sì. Il mio prozio, Lino Vidal, laureato in farmacia, si era specializzato nella formulazione e all’epoca - prima metà del Novecento - l’azienda comprava le singole materie prime (ad esempio l’olio di bergamotto), che venivano lavorate da chimici profumieri, che realizzavano le formule. Avevano un’esperienza piuttosto empirica nella formulazione dei profumi, perché non esistevano delle vere e proprie scuole di profumeria. Era così per tutte le aziende profumiere: ognuna aveva all’interno un proprio settore di composizione e andavano a reperire le materie prima dai diversi produttori.

Sono poi nate le case essenziere: sono loro che hanno il know how nell’estrazione del profumo, nel reperimento delle materie prime e nella composizione.

Sono aziende strutturate per coprire questa fase della filiera produttiva, che negli anni è diventata altamente tecnologica. Oggi queste realtà producono sia le essenze per l’alta profumeria che quelle per la detergenza e per l’alimentare. Il “maestro profumiere”, il cosiddetto naso, è un professionista che opera all’interno di questa filiera di case essenziere: si tratta di figure laureate in chimica o farmacia, che iniziano un percorso in poche scuole specializzate, indipendenti o interne a grandi case essenziere; oppure fanno un percorso a fianco di grandi maestri profumieri. Esiste un percorso teorico post universitario che dura due anni; poi almeno quattro anni sul campo, durante i quali dovranno riuscire a portare la propria memoria olfattiva ad un livello tale da riuscire, mentalmente, ad annusare un profumo, scomporlo nelle varie materie e riconoscerne la formula. Il naso si allena, il talento invece si vede nella creatività. La familiarità con le essenze e la composizione deve essere tale da essere in grado di scrivere la formula di un profumo al computer e averla poi dalle macchine già composta rispetto a quello che si desidera. Tra gli italiani spiccano per esperienza Maurizio Cerizza - ha firmato per noi Colonia Veneziana di The Merchant of Venice; Cristiano Canali, che lavora nella casa essenziera francese di Argeville; il milanese Luca Maffei. All’interno della nostra azienda abbiamo un dipartimento di sviluppo olfattivo, che vede professionisti come il direttore creativo, Nicola Pozzani (ha realizzato un profumo anche per la regina Elisabetta II): si occupa dello sviluppo olfattivo in collaborazione con le case essenziere.

Abbiamo poi altre figure, le cosiddette valutatrici: due professioniste che hanno seguito corsi specialistici, dopo una laurea in chimica”.



COME SI SVILUPPA UN PROFUMO?


“Avviene con la collaborazione dei due livelli: quello della casa essenziera e quello della casa profumiera.

Il nostro dipartimento prepara un brief: descriviamo come vorremmo il profumo, dal punto di vista concettuale, della direzione olfattiva e delle materie prime; il brief viene inviato a diverse case essenziere, che coinvolgono i loro maestri profumieri interni.

Ci arrivano poi diverse proposte, che vengono vagliate e valutate dal nostro dipartimento; si fa poi un incontro - cui di solito partecipo anch’io - e vengono fatte delle valutazioni e delle richieste (l’aggiunta di una nota olfattiva, per esempio). Ci tornano poi due tre proposte, che vengono sottoposte ad un panel di consumatori (blind test). È un processo che dura circa tre mesi, ma in realtà la durata dipende da quanto è sofisticato il progetto”.



PARLIAMO DI SOSTENIBILITÀ: COME VIENE IMPLEMENTATA NELLA VOSTRA AZIENDA?


“Abbiamo attivato alcuni programmi: uno per la profumeria commerciale che si chiama Green Motion, in collaborazione con la casa essenziera francese Mane, che valuta l’impatto di sostenibilità di ogni profumo che noi sviluppiamo; l’altro riguarda la profumeria di nicchia ed è elaborato con il gruppo svizzero Givaudan; si chiama Accordi di Profumo e monitora le materie prime naturali fornite da 20 comunità di coltivatori nel mondo, che coltivano negli ambienti originari materie prime, di altissima qualità (patchouli in Indonesia, vaniglia nel Madagascar, bergamotto in Calabria). La filiera controlla che la coltivazione sia sostenibile, finanzia la costruzione di scuole e programmi formativi e controlla la tracciabilità della materia prima, fino alla sua distillazione e al suo uso in profumeria. Questo garantisce una qualità di massimo livello per una produzione molto ristretta e selezionata”.



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