“È un ruolo difficilmente “incasellabile” in realtà. Nel giornale sono, infatti, Head of Business Development, mi occupo quindi di sviluppo commerciale, ma non inteso come pura vendita bensì come l’immaginare quello che può essere il futuro del giornale e soprattutto del mediagroup, diversificando il portafoglio di offerta con nuovi prodotti e nuovi progetti “outside the box thinking”, creativi ma orientati al business. Nel mio ruolo sto cercando di portare uno spirito imprenditoriale, più tipico di una startup, in una realtà molto strutturata come quella di un’azienda. Come racconto anche nel mio primo libro – Dreamers who do – credo infatti che ci sia bisogno che le nuove generazioni collaborino con il mondo tradizionale, come può essere appunto quello di un giornale, portando una nuova visione, diversa, innovativa, di disrupture”. Il percorso professionale di Virginia parte da una tesi di laurea, da cui si sviluppano una serie di contatti e di relazioni che la portano al suo primo incarico in una startup del Financial Times.
“Al ruolo che ricopro oggi sono arrivata pian piano, quasi inventandomelo, cominciando a pensare a come sviluppare un nuovo modello di business creativo finalizzato a creare engagement con i lettori più giovani. Perché, se è vero che oggi, nella vita quotidiana dei giovani, la soglia di attenzione, il tempo dedicato alla lettura o il valore che si può dare alla possibilità di accesso a contenuti di qualità non sono così rilevanti, è altrettanto vero che c’è molto bisogno di informazione. La maggior parte dei giovani vuole informarsi, ma lo fa in modo diverso, tramite i social o altri mezzi che non sono più quelli dei brand tradizionali. La sfida, quindi, è quella di comprendere le abitudini comunicative delle nuove generazioni e coinvolgerle direttamente nella creazione di nuovi prodotti. È un modo di ripensare il futuro dell’informazione innovativo e imprenditoriale, olistico, “at large”, e non più circoscritto al classico giornale”.
“Io credo che essere donna sia un asset importante, perché c’è bisogno di volti nuovi, freschi, diversi e dunque per me è stato sempre un vantaggio poter portare una prospettiva femminile nel lavoro. Anzi nel mio ambiente è sempre stata molto ben accolta e io l’ho sempre fatto con grande entusiasmo. Fuori dall’ufficio, invece, sono capitati episodi poco piacevoli, in cui mi è stato chiesto ad esempio se fossi l’assistente di un ipotetico capo maschio, ma bisogna sempre valutare da chi arrivano certi atteggiamenti e devo dire che solitamente non sono persone giovani, fortunatamente!”.
“Assolutamente sì, è fondamentale! Fin da bambina ho praticato tantissimo sport e la disciplina che ho imparato dall’allenamento costante si è trasformata poi in dedizione al lavoro. Oggi pratico regolarmente mindfulness, pilates, palestra, yoga almeno un’ora al giorno. Per un certo periodo avevo ridotto l’attività fisica perché ero troppo presa dal lavoro, ma adesso ho ripreso e mi sono imposta di dedicarvi tutti i giorni almeno un’ora, per stare bene con me stessa. Come si schedula qualsiasi altro impegno, una riunione di lavoro, un appuntamento con un’amica, così bisogna trovare lo spazio anche per prendersi cura di sé e del proprio benessere. E se le cose da fare sono troppe, bisogna imparare a fare delle scelte, rinunciando a qualcosa ma non al proprio benessere!”.
“Un sogno che ho, teoricamente molto semplice ma che secondo me è una delle cose più difficili da realizzare, è riuscire a creare e mantenere un equilibrio tra la vita privata e quella professionale, riuscendo a essere felice, serena e soddisfatta in entrambi gli ambiti. Credo sia fondamentale, soprattutto per una donna, riuscire a conciliare i due aspetti, senza arrivare a snaturarsi per l’uno o per l’altro. Altro sogno è quello di tornare a viaggiare tanto, trasformando poi questi viaggi in reportage, che è stata sempre una mia grande passione”.
“Certamente sì: ho sempre cercato di portare avanti la mia attività in dialogo con il mio paese d’origine, in un’ottica di give back, di restituzione di quanto l’Italia mi ha dato fin da quando ero piccola”.