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KINTSUGI, L'ARTE CHE INSEGNA A VIVERE


Cos'è la tecnica artistica Kintsugi?

Nulla è eterno, le cose si rompono, ma si aggiustano anche, e da una ferita può nascere una forma di più alta perfezione estetica e interiore. Le ferite della vita, così come le crepe della ceramica, sono cicatrici preziose che possono essere riparate, per ripartire con più forza ed energia. La rottura di un oggetto non rappresenta la sua fine. Le sue fratture diventano trame preziose che ne accentuano la bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione.

È questa la profonda filosofia alla base dell’antica tecnica artistica giapponese del Kintsugi (da kinn, oro e tsugi, riparare), la tecnica con cui si dona nuova vita ad un oggetto rotto, riempiendo le crepe con materiali preziosi come l’oro. E che può essere applicata anche alla vita, come cura, accettazione e superamento di un dolore profondo. La nostra cultura ci ha sempre insegnato che gli oggetti sono preziosi quando sono integri, belli, perfetti. E se si rompono, si buttano via. Questa antica arte giapponese fa l’esatto opposto: evidenzia le fratture, le impreziosisce, così che ogni pezzo riparato diventi unico e irripetibile, grazie alla casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari, ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo prezioso. La tecnica kintsugi è nata nel XV secolo, quando l’8° shogun dello shogunato Ashikaga, dopo aver rotto la propria tazza di tè preferita, la inviò in Cina per farla riparare, senza successo. La tazza sembrava perduta, ma il suo proprietario decise di ritentare con alcuni artigiani giapponesi, che invece la trasformarono in un gioiello, riempiendo le crepe con resina laccata e polvere d’oro. Ancor oggi il Kintsugi è una tecnica in uso, complessa e delicata: servono elevata manualità e precisione, calma e pazienza. I materiali utilizzati sono la lacca urushi, estratta dalla pianta autoctona Rhus Verniciflua, farina di riso o di grano, polvere d’oro, bronzo e argento. Il processo di essiccazione avviene in un ambiente caldo (20°) con umidità relativa intorno al 70-90%. Il tempo di essiccazione varia da tre giorni a una settimana. Le linee di rottura, stuccate e carteggiate, vengono rifinite con la lacca rossa a pennello su cui si lascia poi cadere la polvere d’oro.

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