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CANTINE FERRARI


Se il vino italiano gode di ottima salute – il solo export vale ormai quasi 6 miliardi di euro – è anche merito della qualità delle bollicine Made in Italy, che in molti casi non hanno nulla da invidiare allo Champagne. Il merito va certo a chi lavora nelle vigne, ma anche il crescente numero di consumatori attenti a un bere consapevole è di stimolo per i produttori, come ci conferma Matteo Lunelli, Presidente e Amministratore Delegato delle Cantine Ferrari di Trento.

Posso cominciare con un dato che offre la misura del grande successo delle bollicine italiane anche nel mercato estero: parliamo di un +287% negli ultimi 10 anni, un trend trainato senza dubbio dal Prosecco, ma che ha fatto sì che un pubblico di consumatori attenti e di opinion leader internazionali si avvicinasse alle bollicine italiane, scoprendo anche altre denominazioni d’eccellenza come il Trentodoc. Ritengo che questa tendenza sia frutto della qualità delle nostre bollicine e della vocazione dei nostri territori ma anche merito di ciò che queste rappresentano nell’immaginario dei consumatori internazionali, ossia un vero e proprio stile di vita: i nostri prodotti sono infatti capaci di evocare il “dolce vivere” italiano e vengono percepiti dai loro acquirenti come “ingredienti” di una migliore qualità della vita. Un sorso di bollicine italiane riporta alla mente la nostra terra, la sua storia e quel modo unico di godersi la vita a cui tutti si ispirano.

Più in generale, tutti i settori di eccellenza del Made in Italy hanno per i consumatori internazionali, e non, un incredibile potere evocativo: richiamano in chi li acquista un’atmosfera, un territorio o un paesaggio italiano.Il legame con la storia e le tradizioni è un patrimonio fondamentale per l’agroalimentare italiano ed è proprio in questa relazione che occorre ricercare la chiave per un ulteriore sviluppo del settore. Lo dimostra la continua ascesa della cucina italiana di qualità all’estero, che può essere considerata quella più contemporanea e in linea con i gusti degli uomini e delle donne di oggi, in quanto rispettosa della materia prima, semplice e informale, ma nello stesso tempo elegante e raffinata. I ristoranti italiani in tutto il mondo sono vere e proprie ambasciate del gusto e valorizzano tutta la filiera.

Con Ferrari puntiamo proprio ad affermarci sul mercato internazionale come simbolo dell’Arte di Vivere Italiana, richiamando lo stile di vita che tutto il mondo ci invidia, quella speciale combinazione di cultura, arte, tradizioni e storia, che fa dell’Italia la Patria della bellezza. Quanto è importante per i wine lovers trovare in enoteca, al ristorante, ma anche sugli scaffali della grande distribuzione, un vino prodotto prestando attenzione alla salvaguardia del territorio e alla tutela dell’ambiente? Si tratta di un tema sempre più sentito dalla clientela internazionale e, in tempi più recenti, anche italiana.

Noi, alle Cantine Ferrari da anni riteniamo fondamentale conciliare l’obiettivo di ottenere vino di eccellenza, tutelando l’ambiente e la salute di chi lavora in campagna.

A coronamento di questo impegno, nel 2017 abbiamo ottenuto la certificazione biologica di tutti i vigneti di proprietà. La stessa attenzione all’ambiente è stata condivisa con tutte le 500 famiglie nostre conferenti, che in questi anni hanno eliminato insetticidi, acaricidi, concimi chimici e diserbanti, perseguendo un concetto di viticultura salubre e sostenibile di montagna, codificato in un protocollo che abbiamo chiamato: “Vigneto Ferrari”.

Crediamo che il forte legame con il nostro territorio, il rispetto per la terra e per chi la lavora debba prevedere questo importante passaggio, che, oltre a garantire una migliore qualità della pianta e dell’uva prodotta, ha importanti ricadute su tutto il territorio circostante, il quale beneficia di una più ricca biodiversità. Un vino di qualità fa bene alla salute del consumatore ma anche a quella della bilancia commerciale italiana. Le bollicine in generale - pensiamo al successo del Prosecco in ogni angolo del mondo - e il Trentodoc nello specifico (Ferrari ne produce circa 5 milioni di bottiglie l’anno) sono un prestigioso biglietto da visita per il nostro Paese, al pari dell’alta moda o di altri prodotti di eccellenza dell’agro-alimentare.Il vino rappresenta la prima voce del nostro export agroalimentare. Il successo del vino italiano nel mondo è evidente: l’Italia è il secondo paese per l’export di vino a valore e il primo in termini quantitativi.

Nel 2016 il fatturato realizzatoall’estero è stato pari a 5,6 miliardi di euro (nel 200 si era a 2,7 miliardi di euro). Particolarmente forte è il successo in USA, dove l’Italia è leader per quotadi mercato sia in termini di volume che a valore con il 32%. Senza dubbio, come detto, le bollicine hanno contribuito a questo successo e potremmo definire l’ultimo decennio come il decennio degli “sparkling wines”. Lo conferma anche la stampa internazionale e il mercato stesso, che è testimone di un fortissimo incremento di questa tipologia di vino. L’Italia è la grande protagonista di questo cambiamento: sebbene la Francia domini ancora a valore, già nel 2009 l’Italia ha raggiunto il primato per quota export in volume.

Sta cambiando lapercezione in merito alle bollicine di qualità: i più importanti opinion leader e numerosi wine lovers riconoscono i nostri Metodo Classico come prodotto di eccellenza, in grado di competere sui mercati internazionali come alternativa di altolivello allo Champagne. Questo trend rappresenta un’opportunità straordinaria per l’Italia e per le aziende del settore. Cosa ci dobbiamo aspettare per il prossimo futuro nel settore enologico?Innanzitutto ci dobbiamo aspettare una crescita continua della qualità dei vini perché il consumatore sta diventando sempre più preparato e consapevole.

Come già si sta verificando nei mercati più maturi si beve meno, ma meglio. Mi aspetto una forte crescita dei consumi in Cina che nei prossimi anni diventerà un mercato sempre più importante per il vino. Forse, perché sono ottimista come tutti gli imprenditori, ritengo che continuerà a crescere il consumo di bollicine di qualità.

Il Trentodoc è un vino moderno e in linea con le abitudini e preferenze dei consumatori di oggi. Si prediligono sempre più i cibi leggeri ed eleganti, dai gusti più delicati e le bollicine sono un ideale abbinamento. Inoltre, il vino è sempre di più consumato nella socialità e gli sparkling sono perfetti per celebrare l’incontro di una coppia, per un aperitivo o una festa tra amici. Le bollicine sono amate dalle donne, che stanno diventando un consumatore determinante nella scelta del vino. Infine, innovazione!

L’innovazione è oggi condizione necessaria per la vita e lo sviluppo di qualsiasi realtà: siamo in un mondo che cambia ormai a una velocità senza precedenti e occorre rimanere al passo con i tempi, avere il coraggio di cambiare e la forza di innovare i processi, i beni e i servizi prodotti ma sempre nel rispetto della tradizione. Inoltre, mi aspetto che la passione per il vino corra sempre di più attraverso Internet e sui canali social. Il mondo digital ha aperto delle opportunità impensabili fino a qualche anno fa: permette di raccontare la propria storia, il territorio e i propri valori attraverso immagini e video, creando una relazione diretta conil consumatore; sono moltissimi i wine lover che online reperiscono informazioni, scovano prodotti e cantine e, grazie all’e-commerce, hanno la possibilità di acquistare comodamente da casa o attraverso un telefonino in qualunque luogo. Infine, mi auguro che continui a crescere il turismo del vino e che sempre più consumatori abbiano voglia di scoprire la storia, le tradizioni che si celano dietro ogni bottiglia di vino.

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